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Nel 1947 Maurice Merleau-Ponty viene incaricato di preparare gli studenti dell'École Normale Supérieure e dell'Università di Lione al difficile esame dell'agrégation. Oggetto d'esame sono le filosofie di Malebranche, Biran e Bergson. Merleau-Ponty decide di collegare queste tre diverse esperienze di pensiero alla luce di uno dei suoi maggiori interessi del momento: l'unione dell'anima e del corpo. Un tema centrale per riuscire a superare quei dualismi che ci impediscono di cogliere l'integralità del nostro essere al mondo. Dagli appunti degli uditori del corso verrà fuori questo libro, pubblicato soltanto anni dopo la morte di Merleau-Ponty. La minuziosa lettura di Malebranche, Biran e Bergson sviluppata in queste pagine non risponde solo a un compito accademico ma rappresenta il tentativo di attraversarli per sviluppare una propria posizione. Così Merleau-Ponty ci offre un bellissimo esempio di come vadano letti i filosofi, di come possano essere interpretati attraverso il loro "non-pensato", di come la comunicazione e il pensiero si producano attraverso i residui, gli scarti, e quegli abbozzi che spetta a ognuno di noi ricominciare e completare.